Il cane passepartout nella diversità.

Percorso di crescita del bambino disabile
e del Cane Sociale.
Aspetti educativi e tecniche di conduzione

Paola Falchetti: Referente del progetto
Elena Gori: Conduttore e Coordinatore di IAA

Lavoro presentato alla Tavola Rotonda “Intorno al rapporto uomo – animali: riflessioni, proposte ed esperienze”- 21 febbraio 2015 – Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano

Gli Enti coinvolti

L’ente per il quale è stato progettato l’intervento di Pet Therapy è una struttura che riferisce all’Istituto comprensivo San Giuseppe Calasanzio di Milano.
La scuola primaria speciale statale “Don Gnocchi” con propria Direzione Didattica in piazza Axum, è inserita, in armonia con le norme sull’istruzione obbligatoria e con quelle sull’assistenza medico- scolastica, presso la Fondazione Don Gnocchi ONLUS. La scuola opera all’interno della Fondazione dal 1965 prendendosi cura di minori dapprima poliomielitici, poi mutilati e ustionati della guerra del Vietnam ed in seguito di bambini con handicap motori (tetra e paraplegie), sensoriali e psichici. Ora la scuola accoglie in gran parte soggetti con gravi pluri handicaps psicofisici.
La convenzione tra Fondazione e Ministero della Pubblica Istruzione consente la presa in carico del soggetto nei suoi bisogni educativi – assistenziali – riabilitativi, come scelta fondamentale di mettere al centro dei Servizi e degli operatori la persona sofferente nella sua dignità umana. Poiché l’intervento a favore di ogni alunno deve essere globale e composito, all’interno dell’orario scolastico si avvicendano momenti educativi d’apprendimento-insegnamento gestiti dagli insegnanti statali e momenti di terapia riabilitativa nonché interventi assistenziali gestiti dagli operatori e specialisti della Fondazione secondo un corretto impiego delle risorse disponibili di entrambi gli Enti in relazione ai bisogni dell’utente.
A favore dei minori presenti nella scuola elementare speciale è stato richiesto un intervento di Pet Therapy all’impresa individuale“Cani Sociali”, fondata nell’ottobre del 2002 dalla Dottoressa Elena Gori, un servizio che si occupa di promuovere il coinvolgimento della relazione uomo-animale in ambito socio educativo come parte integrante del programma di recupero, mantenimento e riabilitazione rivolto a persone portatrici di handicap, di disagio, emarginati.
Cani Sociali, nella figura di Elena Gori e dei suoi cani, si occupa di erogare servizi di Pet Therapy, Interventi Assistiti con Animali, con l’impiego di cani appositamente educati e socializzati (Cani Sociali) e di conduttori qualificati; presta, da molti anni, il suo servizio presso Residenze Sanitarie Assistenziali, Centri Diurni per Disabili, Residenze Sanitarie per Disabili. Inoltre promuove e collabora in progetti di Educazione Assistita dagli Animali presso Scuole dell’Infanzia – Primarie – Secondarie, Scuole Speciali ed Associazioni a carattere sociale.
L’impresa segue le metodologie evidenziate dal Master in “Attività e Terapia Assistita con l’ausilio dell’Animale” Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Veterinaria, Università di Perugia.

Progetto: “Un cane per amico”

La collaborazione nasce nel 2008 per rispondere alle particolari necessità dei ragazzi della nostra scuola. Si tratta di persone con gravi disabilità, sia fisiche che mentali.
Le loro difficoltà non consentono un normale contatto con il mondo e con le diverse esperienze sensoriali, occorre ”portare il mondo a loro”.
Coinvolge tutti alunni della scuola ad eccezione di alcuni esoneri.
Gli incontri, a cadenza settimanale, della durata di 2 ore si svolgono per tutto l’anno scolastico.
Le attività educative assistite con i cani sociali si caratterizzano per l’ampia possibilità di adeguamento alle situazioni individuali degli alunni, anche con gravissime

patologie psicofisiche. La vicinanza e il contatto corporeo – percettivo con l’animale stimolano immediate risposte di tipo emotivo che attivano la relazione dell’alunno con l’animale e con gli operatori, favorendo l’espressività verbale e gestuale. Gli alunni in possesso di potenzialità motorie e cognitive si prendono cura dell’animale, acquisendo semplici procedure operative con un coinvolgimento attivo di notevole gratificazione personale, grazie alle immediate risposte affettive del cane.
La figura docente referente del progetto, è necessaria per poter collaborare con la specialista nella programmazione delle sedute, nella organizzazione dei gruppi : avendo la possibilità di osservare le diverse dinamiche e i diversi bisogni degli alunni, può suggerire i vari adeguamenti utili a migliorare l’esperienza proposta.
La gestione del bambino durante la proposta è, invece, affidata all’insegnante di classe che ben lo conosce ed è in grado di facilitare l’approccio all’animale e fungere da assistente alla comunicazione, dove necessario.

Aree coinvolte

Affettivo-relazionale:
-instaurare un contatto oculare
– accettare il contatto con l’animale
– cercare il contatto con l’animale
– lasciarsi guidare dall’adulto nella relazione con l’animale
– vivere il piacere che il contatto con l’animale procura
Sensoriale:
– accarezzare il manto dell’animale
– lasciarsi annusare e leccare
– percepire il peso e il calore dell’animale su parti del corpo
Comunicazionale:
– comunicare con modalità personali i propri stati d’animo
– utilizzare la tabella di comunicazione PCS per esprimersi e/o fare richieste
Autonomia:
– prendersi cura dell’animale
– proporre l’attività desiderata
– organizzare il materiale per la proposta
– riordinare il materiale
– condurre l’animale al guinzaglio
Cognitiva:
– rispettare l’altro
– aumentare i tempi di attenzione
– riconoscere le diverse parti del corpo dell’animale
– riconoscere su una tabella gli oggetti
– consolidare i concetti topologici
Motoria:
– esercitare la coordinazione oculo-manuale
– esercitarsi nella motricità fine
– eseguire semplici percorsi
– strisciare
– saltare

Figure coinvolte

Referente di progetto
-Predisporre il setting operativo
-Organizzare la turnazione dei diversi gruppi
-Osservare le dinamiche
-Fare da tramite tra docenti e diversi gruppi
-Strutturare con l’esperta modifiche e strategie alternative
Insegnante di classe
– Guidare l’alunno nell’esperienza proposta
– Fungere da assistente alla comunicazione, se necessario
– Fungere da facilitatore
Coppia cane – conduttore

Le caratteristiche del Conduttore

Essere un Conduttore di Pet Therapy significa essere un operatore attento e scrupoloso, in grado di osservare quanto accade intorno a sé al fine di tutelare sia l’utente al quale è rivolto l’intervento, sia il mediatore inserito nella scena educativa, ovvero il Cane Sociale. Uno dei rischi nei quali è possibile incorrere in questo mestiere è limitarsi a guardare, un processo sensoriale che non richiede l’elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno. L’osservazione, invece, permette all’operatore di accorgersi dei possibili ostacoli che si antepongono nella relazione educativa tra Conduttore, Cane Sociale e utente; essa prevede non solo volgere il proprio sguardo a quanto accade al di fuori di noi ma anche rispetto a come noi stessi agiamo all’interno del contesto. Errare è umano e inevitabile quando si lavora in situazioni che prevedono un alto tasso di imprevedibilità, come nel nostro caso visto che si opera con un animale e con un individuo portatore di un disagio che gli impedisce spesso di comunicare attraverso i “classici” canali relazionali; per questo motivo è importante che il Conduttore sia capace di mettersi in discussione per trovare strategie funzionali alla risoluzione di imprevisti frequenti.

Il cane è un mediatore che può essere introdotto in una scena educativa per aprire dei canali di comunicazione tra operatore e utente, permettendo a quest’ultimo di sperimentare le proprie potenzialità relazionali in un contesto protetto. Per esercitare la propria influenza nella scena, il mediatore ha bisogno di una guida che diriga il suo operato, ovvero il Conduttore. Proprio perché diventa una guida per l’animale egli deve saper essere creativo, al fine di mantenere alta la motivazione e permettere così al cane di essere sempre interessante per l’utente; la creatività è una caratteristica essenziale per elaborare strategie di “problem solving” atte a risolvere imprevisti sorti in sede di intervento, come ad esempio l’emissione da parte del soggetto fruitore di segnali contrastanti tra loro (prima carezza e poi “pacca” sulla schiena).

Un buon Conduttore di Pet Therapy deve imparare a riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità rispetto ad una condizione bio-psico-sociale critica vissuta dall’utente; questo implica avere la consapevolezza e interiorizzare la richiesta presentatagli dalla struttura, elemento che permette all’operatore di prefiggersi obiettivi specifici raggiungibili senza incorrere in un delirio di onnipotenza dovuto dal desiderio (o forse bisogno) di risolvere tutti i problemi che il soggetto preso in carico vive. Per quanto affermato fin ora è importante confrontarsi con l’équipe della struttura, condividendo le emozioni vissute in fase di realizzazione e le conoscenze acquisite negli anni in funzione del miglioramento dell’intervento, anche se questo preveda la modifica di alcune situazioni previste in fase di progettazione.

Le caratteristiche del Cane Sociale

Il ruolo che riveste il Cane è di fondamentale importanza ai fini del raggiungimento del successo, per questo è richiesto al Conduttore di saper scegliere l’animale in base a delle caratteristiche innate specifiche.
L’attrazione sociale è una dote che il mediatore deve possedere per poter operare nel settore sociale; il cane deve mostrarsi attratto dall’umano e propenso all’interazione fisica. Un elemento connesso a questa predisposizione è la socializzazione; il Conduttore deve saper far conoscere il mondo al suo collaboratore senza arrecargli traumi, prevenendo spaventi e insicurezze: dare quindi al cane la possibilità di acquisire e potenziare la resilienza, ovvero la capacità di essere flessibili nei confronti di eventi potenzialmente traumatici. Questo porta l’animale a sapersi adattare, successivamente, a situazioni impreviste e sconosciute senza entrare in condizioni di stress.
L’addestramento è un elemento altresì indispensabile per lavorare nel settore sociale: il cane ha bisogno di riconoscere i comandi del Conduttore per lasciarsi guidare dallo stesso durante un intervento di Pet Therapy, al fine della sua tutela e della tutela dell’utente.
L’aspetto più importante però riguarda la presenza di una relazione di fiducia tra Conduttore e Cane Sociale, l’intesa che permette ad entrambi di essere prevedibili tra loro; l’animale capirà attraverso un cenno dell’operatore se sta lavorando bene, se ha eseguito con successo un esercizio e, il Conduttore, sarà in grado di riconoscere i bisogni espressi dal proprio amico nell’istante in cui lo stesso li esterna.

I casi presentati

S.P.
Nata il 28/07/2002
Tetraplegia spastica distonica
Grave compromissione motoria: la rigidità muscolare e le distonie rendono difficile il posizionamento e complicano il suo approccio alle diverse attività. Grave deficit visivo. Comprende semplici messaggi verbali.
Breve descrizione del percorso
Lavoro sul tappeto: la ragazza è stata posizionata a terra a stretto contatto con il cane in modo da favorire il contatto con tutto il corpo. Abbiamo osservato che dopo poco tempo le sue distonie diminuiscono e il tono muscolare si rilassa. La bambina gradisce molto la relazione con cane cercando di orientare il suo viso verso l’animale per creare un contatto visivo con lui.

G.C.
Nato il 24/02/2000
Sindrome pervasiva del comportamento. Fatica a mantenere il contatto oculare. Presenza di stereotipie. Atteggiamenti di chiusura.
Breve descrizione del percorso
All’inizio del suo percorso C. si allontanava, si nascondeva. Grazie alla mediazione della sua insegnante di riferimento e grazie anche a diverse strategie proposte attraverso il cane (giochi condotti da lontano, posizionamento del cane sul tavolo, utilizzo di oggetti come mediatori ecc.), C. si è avvicinato e ha superato la sua difficoltà e attualmente C. manifesta una discreta sicurezza nella relazione con il cane e con gli operatori. C. porta a termini semplici consegne epimeletiche, gioca con il cane utilizzando palline e pupazzi e conduce il cane lungo i corridoi della scuola.
C. mantiene il contatto visivo durante l’interazione e ne è molto gratificato.

L.M.
Nata il 10/09/1997
Malformazione cerebrale congenita. Grave compromissione motoria e grave ritardo mentale. Porta sempre le mani alla bocca ed è spesso in atteggiamento di chiusura.
Breve descrizione del percorso
Agganciare L. è stato difficile. Non mostrava interesse, manteneva le sue stereotipie e i suoi atteggiamenti di chiusura (capo chinato, mani alla bocca, sguardo assente…). Osservando queste sue manifestazioni abbiamo cercato di creare un contatto tra lei e il cane attraverso l’utilizzo di giochi sonori. Dopo diversi tentativi L. ha iniziato ad accettare e ha ricercare il contatto con l’animale attraverso lo sguardo e il contatto. Spesso sorride e apre le mani permettendo al cane di avvicinarsi a lei.

Bibliografia

• Butler K. – Therapy dog today – Funpuddle Publishing Associates 2004
• Giusti E., S. La Fata – Quando il mio terapeuta è un cane – Sovera Editore 2004
• McGinnis E., Goldstein A.P…. – Manuale di insegnamento alle abilità sociali – Erickson 1986
• Ristol F. , Domènec E. – Animal Assisted Therapy – Smiles CTAC 2012
• Xaiz C., Micheli E. – Gioco e interazione sociale nell’autismo – Erickson 2013

Contatti

Elena Gori – info@canisociali.org – www.canisociali.org