Sessione uno con ‘D’
Il giorno dopo il mio arrivo a Milano, ci siamo messe subito al lavoro. Abbiamo lavorato con il cliente D, un ragazzo autistico di circa 20 anni, che da diversi anni trae beneficio di sessioni private con Elena e Bubbles.
Una mattinata di sgombero dello spazio di lavoro (diserbo, allestimento del gazebo e trasporto di giocattoli e attrezzi), nonché di preparazione di Bubbles per il lavoro (allenamento di rinforzo, toelettatura, vestizione), ha portato a questo momento commovente.
Bubbles ha riconosciuto immediatamente l’auto che scendeva dal vialetto e si e’ subito avviata verso di essa, scodinzolando e con un’espressione di pura gioia sul musetto. D è sceso dall’auto, accompagnato dal padre. Dopo che un po’ di tensione è stata allentata attraverso i massaggi Bubbles (una pratica di contatto nota come “ragno”, poiché si accarezza come se le mani fossero ragni – T-touch), abbiamo iniziato la seduta.
Ho notato che D indossava una t-shirt, regalata da Elena, con l’immagine di Bubbles che saltava tra i cerchi. È stato davvero gratificante vedere il loro legame speciale e l’amore reciproco tra di loro.
Abbiamo giocato al “Percorso”. D ha disegnato il corso su carta, tracciando dove sarebbero andati i tunnel, i cerchi e gli ostacoli da saltare, coinvolgendo contemporaneamente le sue capacità motorie e la percezione spaziale. D ha quindi dato vita al progetto e, quando richiesto, Bubbles avrebbe completato il percorso. I tentativi falliti sono poi risultati in una conversazione su come adattare e modificare il percorso.
Un’altra attività svolta ha il nome di “Bicchiere“. Abbiamo chiesto a D di appoggiare dozzine di tazze per terra. D ha posizionato le coppe in modo organizzato e lineare, esibendo un altro tipico comportamento autistico. Bubbles aveva quindi l’importante compito di rovesciare le tazze e fiutare le prelibatezze nascoste. La posizione delle prelibatezze è stata determinata da un quiz, stabilendo una routine per mantenere l’attenzione di D. Elena nominava gli oggetti vicini, codificati a colori per corrispondere alle tazze. Abbiamo corso per mettere il dolcetto sotto il colore abbinato, io contro D.
Elena ha detto, “mettere il biscotto sotto il colore del primo cerchio della maglietta di D”. Quindi, siamo corsi alle coppe e l’ho messo sotto quella gialla, dato che era il cerchio più vicino nella foto. Tuttavia, D ha scelto il blu. Interrogato, D ha indicato il cerchio iniziale del percorso dal punto di vista di Bubbles. È stato interessante confrontare le nostre diverse interpretazioni alla domanda, e rendersi conta che la logica di D aveva perfettamente senso.
Nel corso degli anni, Elena ha implementato e rafforzato un metodo di comunicazione con D che le permette di riconoscere le sue emozioni, poiché riconoscere e mostrare pensieri sono compromessi negli individui autistici. I livelli di ansia sono stati misurati attraverso la forza e intensità di una serie di “dammi il cinque”. A seconda della loro intensità, le attività sono state adattate.
Abbiamo concluso la sessione con D che ci ha versato un bicchiere d’acqua e ha scritto cosa abbiamo fatto durante la sessione, coinvolgendo ulteriormente le sue capacità cognitive. Mentre Bubbles e io guardavamo la loro macchina allontanarsi, ho provato una gratificazione immediata per le numerose opportunità di coinvolgimento dei cani sociali.